LVRA
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Per risolvere la complessità paradossale di ‘Soft like Steel’, nuovo EP della DJ e producer londinese di origini cinesi Rachel Lu, è necessario addentrarsi nelle dicotomie misteriose tra il buio e l’anonimato del nightclubbing, la spinta catartica dell’estraneità condivisa e l’idea che sia possibile allontanare i propri demoni ballando.
Ispirato dallo spleen dal retrogusto distopico dei nostri tempi e dall’ombra di una densa nuvola cibernetica che sovrasta anche gli episodi più euforici del suo repertorio, il sound design di LVRA risuona anthemic e sperimentale sulla scia di artiste come Sophie e Grimes, mescolando un’attitudine pop alle frange più originali dell’elettronica deconstructed e dell’R&B.
Per risolvere la complessità paradossale di ‘Soft like Steel’, nuovo EP della DJ e producer londinese di origini cinesi Rachel Lu, è necessario addentrarsi nelle dicotomie misteriose tra il buio e l’anonimato del nightclubbing, la spinta catartica dell’estraneità condivisa e l’idea che sia possibile allontanare i propri demoni ballando.
Ispirato dallo spleen dal retrogusto distopico dei nostri tempi e dall’ombra di una densa nuvola cibernetica che sovrasta anche gli episodi più euforici del suo repertorio, il sound design di LVRA risuona anthemic e sperimentale sulla scia di artiste come Sophie e Grimes, mescolando un’attitudine pop alle frange più originali dell’elettronica deconstructed e dell’R&B.
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